Pirsig approfondisce la sua metafisica della Qualità, che aveva “scoperto” nel precedente Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta.
La sua è una metafisica molto solida e convincente, che abbandona il classico paradigma soggetto/oggetto, per utilizzarne uno in cui la divisione è fra staticità e dinamismo. Qualità statica e Qualità dinamica.
Se Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, era fresco ed illuminante, per via di molte idee geniali – alla portata di mano ma invisibili a causa del buio delle normali convinzioni e della comune cultura – e ti lasciava entusiasta per il nuovo dinamico punto di vista scoperto, in Lila è più frequente la logica e composta approvazione di concetti sensati e razionali, scaturiti dall’approfondimento di quell’idea di Qualità che nel precedente libro era stata accennata. Solo in alcuni passi si riesce a provare lo stesso brivido di entusiasmo ed illuminazione. Ma anche questo, è correttamente spiegato e previsto dalla metafisica della Qualità. Come ammette lui stesso, l’atto di definire una metafisica la rende statica. Un altro punto per Robert!
Purtroppo, la sua debolezza è nell’esposizione: ci sono frequenti ripetizioni di concetti già spiegati – quasi tutto il libro consiste in confronti fra la realtà ed il suo schema metafisico – ed una sottotrama narrativa meno convincente ed appassionante di quella del precedente.
Ho trovato molto interessanti le parti riguardo alla follia e quelle sui nativi americani e l’antropologia.
È un buonissimo libro e le idee contenute meritano di essere lette e conosciute, ma l’esposizione poteva essere molto migliore.