Due frammenti dal libro Storia della filosofia occidentale di Bertrand Russell.
Nello studiare un filosofo l’atteggiamento giusto non è né di reverenza né di disprezzo, bensì prima una specie di ipotetica adesione perché sia possibile capire ciò che egli sente, e credere nelle sue teorie, e dopo un risveglio dell’atteggiamento critico il più possibile simile allo stato d’animo d’una persona che sta abbandonando le opinioni che fino allora ha sostenuto. Il disprezzo ostacola la prima parte di questo processo e la reverenza la seconda. Due cose bisogna ricordare: che un uomo, le cui opinioni e teorie son degne di essere studiate, si può presumere abbia posseduto una certa intelligenza; e che d’altra parte è probabile che nessuno sia mai arrivato alla verità completa e definitiva su un soggetto qualsiasi. Quando un uomo intelligente esprime un punto di vista che ci sembra evidentemente assurdo, non dobbiamo tentare di dimostrare che in qualche modo la cosa è vera, ma dovremo provare a capire come mai sia successo che a lui sia sembrata vera. Questo esercizio della fantasia storica e psicologica allarga subito il campo del nostro pensiero, e ci aiuta a comprendere quanto sciocchi sembreranno molti dei nostri pregiudizi che ci sono cari ad un’età di diversa forma mentis.
Uno stralcio del capitolo 5 (Quinto e sesto secolo), parte prima, secondo libro. Come fu decisa la natura di Cristo e come fu assassinata Ipazia.
Il V secolo fu il secolo delle invasioni barbariche e della caduta dell’Impero d’Occidente. Dopo la morte di Agostino nel 430, si ebbe scarsa attività filosofica; ci fu un secolo di distruzioni, che servì però ampiamente a definire le linee secondo le quali l’Europa era destinata a svilupparsi. […] Il governo imperiale venne a cessare, […] si tornò a vivere in un ambito strettamente locale dal punto di vista sia politico sia economico. Un’autorità centrale rimase soltanto nella Chiesa, ed anche qui con grandi difficoltà. […
Durante questo periodo di confusione, la Chiesa fu turbata da una complessa controversia intorno all’Incarnazione. I protagonisti del dibattito furono due ecclesiastici, Cirillo e Nestorio, dei quali, più o meno per caso, il primo fu proclamato santo ed il secondo eretico. San Cirillo fu patriarca di Alessandria dal 412 circa fino alla sua morte nel 444; Nestorio era patriarca di Costantinopoli. La questione dibattuta era il rapporto tra la divinità di Cristo e la sua umanità. C’erano due Persone, una umana e una divina? Questa era la opinione sostenuta da Nestorio. Altrimenti, c’era una sola natura o ce n’erano due in una persona, una natura umana ed una natura divina? La controversia dette origine, nel V secolo, a passioni ed ire in misura quasi incredibile. «Una segreta ed incurabile discordia era venuta a crearsi tra coloro che più temevano che si confondessero la divinità e l’umanità del Cristo e coloro che più si preoccupavano che si separassero».
San Cirillo, il difensore dell’unità, era un uomo dallo zelo fanatico. Approfittò della sua posizione di patriarca per incitare ai pogrom contro la vastissima colonia ebraica di Alessandria. Il suo principale titolo di notorietà è il linciaggio di Ipazia, una donna di gran riguardo che, in un’epoca bigotta, aderiva alla filosofia neoplatonica e dedicava le sue facoltà intellettuali alla matematica. Ella venne «tratta giù dalla sua carrozza, denudata, trascinata fino alla Chiesa e inumanamente macellata per mano di Pietro il Lettore e di una folla di fanatici selvaggi e spietati: la sua carne fu strappata dalle ossa con taglienti conchiglie d’ostrica, e le sue membra, che ancora si agitavano, furono gettate alle fiamme. Il dovuto corso dell’inchiesta e della punizione fu arrestato mediante doni tempestivi». Dopo di che, Alessandria non fu più turbata dai filosofi.
San Cirillo fu addolorato di apprendere che Costantinopoli veniva portata fuori strada dagli insegnamenti del patriarca Nestorio, il quale sosteneva che ci fossero due persone in Cristo, una umana ed una divina. Su questa base, Nestorio si opponeva al nuovo uso di chiamare la Vergine, «Madre di Dio»; secondo Nestorio, ella era soltanto la madre di una persona umana, mentre la persona divina, che era Dio, non aveva madre. Su questo problema la Chiesa era divisa: grosso modo, i vescovi ad est di Suez appoggiavano Nestorio, mentre quelli ad ovest di Suez erano favorevoli a San Cirillo. Si stabilì di convocare un Concilio ad Efeso nel 431, per definire la questione. I vescovi occidentali arrivarono per primi, e procedettero a chiudere le porte in faccia ai ritardatari, decidendo in gran fretta per San Cirillo, che presiedeva. «Questa baraonda episcopale, alla distanza di tredici secoli, assume il venerabile appellativo di Terzo Concilio Ecumenico.».
Come risultato di questo Concilio, Nestorio fu condannato come eretico. Non ritrattò, ma divenne il fondatore della setta nestoriana, che ebbe largo seguito in Siria ed in tutto l’Oriente. Alcuni secoli più tardi il nestorianesimo era così forte in Cina che sembrò destinato a divenire la religione definitiva del paese. Dei nestoriani furono trovati in India dai missionari spagnoli e portoghesi nel XVI secolo. La persecuzione contro i nestoriani da parte del governo cattolico di Costantinopoli ebbe il risultato di provocare un malcontento che favorì i maomettani nella loro conquista della Siria.
La lingua di Nestorio, che con la sua eloquenza aveva sedotto tanti uomini, fu mangiata dai vermi; almeno così ci assicurano.
Efeso aveva imparato a sostituire Artemide con la Vergine, ma aveva ancora lo stesso zelo intemperante per la sua dea, come al tempo di San Paolo. Si diceva che la Vergine fosse seppellita appunto ad Efeso. Nel 449, dopo la morte di San Cirillo, un sinodo ad Efeso tentò di spingere oltre il trionfo e cadde quasi nell’eresia opposta a quella di Nestorio; si tratta dell’eresia monofisita, la quale sostiene che Cristo abbia soltanto una natura. Se San Cirillo fosse stato ancora vivo, avrebbe certamente sostenuta questa opinione e sarebbe divenuto eretico. L’imperatore appoggiò il sinodo, ma il Papa lo sconfessò. Infine papa Leone, lo stesso papa che distolse Attila dall’attaccare Roma, nell’anno della battaglia di Châlons, promosse la convocazione di un Concilio ecumenico a Calcedonia nel 451, che condannò i monofisiti e stabilì finalmente la dottrina ortodossa dell’Incarnazione. Il Concilio di Efeso aveva stabilito che c’è una sola Persona in Cristo, ma il concilio di Calcedonia stabilì che due sono le sue nature, una umana e una divina. L’influenza del Papa fu decisiva nell’assicurare questa decisione.
I monofisiti, come i nestoriani, rifiutarono di sottomettersi. L’Egitto, quasi come un sol uomo, adottò l’eresia monofisita, che si sparse lungo il Nilo e fino all’Abissinia. L’eresia degli Abissini fu addotta da Mussolini come uno dei motivi per conquistarli. L’eresia dell’Egitto, come l’opposta eresia della Siria, facilitò la conquista araba.[…]